Welfare aziendale dopo l’emergenza Covid: cosa cambia?
Dopo un anno e mezzo segnato dall’emergenza Covid si può affermare che, anche all’interno delle aziende, siano avvenute importanti trasformazioni che hanno radicalmente modificato il mondo del lavoro: tra queste va sicuramente ricordato lo smart working, che ha stravolto lo stile di vita e la quotidianità di milioni di lavoratori.
Anche il welfare aziendale è stato influenzato dalla nascita di nuovi bisogni ed esigenze nel corso dell’emergenza sanitaria, portando all’attuazione di nuove misure e alla ricerca di soluzioni innovative volte al benessere dei lavoratori.
Sicuramente il welfare aziendale rappresenta uno strumento prezioso per contrastare gli effetti negativi della pandemia sull’economia, portando ingenti sgravi fiscali sia all’azienda che al lavoratore. Attuando un piano di welfare, infatti, i premi di risultato possono essere convertiti i beni in natura che, per la legislazione italiana, non generano lavoro dipendente e pertanto non sono imponibili.
Welfare Group fornisce alle imprese piattaforme web create su misura dove ogni dipendente può scegliere come utilizzare al meglio i sui crediti aziendali tra un vastissimo paniere di proposte.
Grazie al welfare aziendale è inoltre possibile richiedere rimborsi relativi ad area Educazione, Assistenziale e Trasporto Pubblico.
Ma non è tutto: di recente l’Agenzia delle Entrate ha approvato il Bonus Studenti che comprende la possibilità per richiedere il rimborso welfare di spese sostenute per l’acquisto di materiale informatico necessario per lo svolgimento della didattica a distanza durante l’emergenza Covid.
Welfare Group opera per creare un circuito virtuoso tra aziende, lavoratori ed esercenti, con l’obiettivo di mantenere i crediti dei lavoratori sullo stesso territorio in cui sono stati creati. Per farlo, coinvolge anche i piccoli esercenti locali e permette ai dipendenti delle aziende di richiedere convenzioni con le attività “sotto casa”.
Si tratta di un aiuto concreto per evitare che i crediti dei dipendenti si disperdano sulle grande piattaforme de e-commerce internazionali, danneggiando ulteriormente l’economia.
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